Volontariato: l’Esecutivo s’inventa la “Fondazione Italia Sociale”, di cui non si sa nulla se non che sarà sotto il totale controllo del Governo

Un “Grande Fratello” a capo di un settore che dovrebbe essere caratterizzato dalla spontaneità, dalla gratuità e dalla libertà. Per di più, potendo gestire i finanziamenti in modo del tutto arbitrario

Dichiarazione di voto su un emendamento al disegno di legge concernente le organizzazioni di volontariato

 

Signor Presidente,

noi del Gruppo FI-PdL XVII voteremo contro questo emendamento aggiuntivo che istituisce la Fondazione Italia sociale. Effettivamente, non sentiamo la necessità di un ulteriore organismo statale che, se si riesce a capire qualcosa dal vago testo che ci viene sottoposto, dovrebbe essere una sorta di “Grande Fratello”, di supercontrollore, di IRI del terzo settore. Era già sufficiente l’IRI del tempo antico e anche del tempo più recente ma, in questo caso, si istituisce un ente a capo di un settore che dovrebbe essere caratterizzato dalla spontaneità, dalla gratuità e dalla libertà. Naturalmente, dovrebbe percepire dei finanziamenti e, da quello che si capisce dovrebbe gestirli in un modo del tutto arbitrario; inoltre, il peggio è che, anche se ho letto più di una volta questo testo, non si riesce a capire come dovrebbe funzionare detta fondazione: tutto è demandato a uno statuto approvato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, sentiti alcuni Ministri. Mi chiedo, quindi, se stiamo scherzando.

Con l’emendamento in esame stiamo approvando un nuovo organismo dello Stato della cui strutturazione non abbiamo la minima idea, tranne che un componente dell’organo di Governo (che, data la formulazione talmente vaga, non si capisce neanche come si chiamerà) è designato dal Consiglio nazionale del terzo settore; di tutto il resto non abbiamo idea.

Per inciso, sottolineo che vengono usate parole di una lingua diversa dalla nostra – che, invece, credo abbia tutte le possibilità per esprimere un concetto come quello di crowdfunding che, per esempio, potrebbe essere indicato come “raccolta diffusa” o “finanziamento collettivo”; credo che quest’ultima dicitura sarebbe la più normale, anziché usare parole che si possono interpretare come fa comodo.

Infine, c’è da dire che questa Fondazione Italia Sociale usa un nome già utilizzato: portano infatti questo nome sia un movimento che si dice Partito politico sia un organo d’informazione, e non sono propriamente nell’ambito di quel centrosinistra che dovrebbe esprimere questa maggioranza di Governo, ma molto a destra; uno si dice organo del socialismo nazionale ma, dal contesto, sembra più del nazionalsocialismo che del socialismo nazionale – e non so se anche questo piace.

Tuttavia, al di là dei nomi, l’istituzione di questa Fondazione è veramente inaccettabile anche perché di essa non si sa nulla se non che sarà sotto il totale controllo del Governo. Se l’Esecutivo vuole erogare dei finanziamenti, perché non lo fa su sua responsabilità? Forse per ridurre ulteriormente i pochi strumenti di controllo e di verifica per il Parlamento e per il Paese nei confronti dell’attività di questa fantomatica fondazione.

Aggiungo che tale Fondazione è stata tirata fuori all’ultimo momento, nell’ultima fase del lavoro in Commissione, dove era stato svolto un lavoro ampio anche se non condiviso – altrimenti anche noi avremmo votato a favore di questo testo e lo avrebbero fatto anche le altre forze dell’Opposizione – ma, perlomeno, il lavoro è stato partecipato. Ebbene, dal cilindro del Governo viene fuori questa Fondazione – cosa inaccettabile sia per il modo in cui viene proposta, sia per il modo in cui si presenta il testo e anche per le finalità, sia pur vaghe, prospettate.

Peraltro, questa Fondazione ha il suo costo, per ora limitato, anche se il costo vero sta nell’ulteriore mancanza di trasparenza introdotta con questa fantomatica agenzia, l’ennesimo carrozzone per distribuire soldi in modo del tutto arbitrario, dato che i criteri qui stabiliti non sono tali e neppure sappiamo come sarà concepito lo statuto o formato il personale dell’altrettanto fantomatico organismo dirigente di questa Fondazione.

Insomma, una vera porcheria, buttata lì, nell’ambito di un provvedimento già piuttosto confuso, con una delega in bianco al Governo, totalmente estranea a quel che dovrebbe approvare un Parlamento.

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