“La violenza sulle donne va condannata senza esitazione e senza eccezioni. E va anche respinta la logica secondo cui combattere la violenza sulle donne significa contrapporre donne e uomini. Un uomo degno di tal nome non usa la violenza contro una donna – che sia sua moglie, sua familiare o una perfetta estranea – e, anzi, ha il dovere di proteggere coloro che sono vittime di violenza. Non è una scoperta di oggi, ma è un assunto di civiltà. Chi va contro questo principio va contro la civiltà. E non è accettabile alcuna indulgenza per chi picchia la moglie, la figlia o la sorella per un precetto religioso predicato da certi imam anche in Occidente, magari tollerato in nome del politicamente corretto in quanto espressione di una presunta cultura.
La violenza sulle donne è totalmente inaccettabile, qualunque sia la cultura dalla quale l’autore proviene, così come non è accettabile il razzismo. D’altra parte, ritengo del tutto sbagliato contrapporre donne e uomini. Gli uomini degni di tal nome non sono contrapponibili alle donne; al contrario, stanno proprio dalla parte delle vittime di violenza. Vanno condannati i singoli e, ancor più, coloro che li incitano. Le generalizzazioni sono stupide e spesso, come in questo caso, pericolose”.