“Che diminuisca l’aspettativa di vita in Italia, per la prima volta dopo decenni di costante aumento, non significa solo che degli anziani il Governo se ne infischia e li tratta a colpi di spending review; significa che per i più giovani, ai quali Tito Boeri promette la pensione a 75anni, la possibilità di arrivarci sta diminuendo. 54mila morti più dell’anno precedente non possono essere un caso.
Oggi i tagli alla Sanità riducono l’accesso alla prevenzione e giustificano la riduzione delle aspettative di vita. Mancata prevenzione significa meno screening per la diagnosi precoce di tumori, meno vaccinazioni soprattutto fra gli anziani, meno controlli per i fattori di rischio cardiovascolare. Il sistema è in equilibrio contabile; tuttavia, questo obiettivo è stato ottenuto molto spesso a scapito dei servizi, cioè abbiamo i bilanci in ordine ma i cittadini non accedono ai servizi. Paghiamo l’abbattersi della mannaia della spending review sulle risorse pubbliche a disposizione per la Sanità, mentre le partecipate continuano indisturbate ad assorbire risorse; anzi, se ne creano di nuove – come quella per l’autostrada del Brennero. Nel 2013, per citare un solo dato, la spesa sanitaria pubblica italiana si attestava intorno ai 2.400 dollari pro capite a fronte degli oltre 3.000 spesi in Francia e Germania. Non ha certo favorito l’accesso agli ausili sanitari, per diagnosi e cure, lo spietato blocco del turnover del Personale e il rigido contenimento dei consumi sanitari per ridurre il deficit – che ha portato, tra l’altro, alla riduzione dei posti letto negli ospedali”.