Negazionismo: non si riduce la libertà di ricerca o di opinione, ma si sanziona la negazione come strumento per l’incitamento all’odio o alla violenza

Intervento in Aula in dichiarazione di voto sul contrasto e la repressione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale

Lo scorso 27 gennaio si è ricordato il 70o anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche che arrivarono in quel giorno. Questa data è stata scelta fino dal 2000 per ricordare nell’insieme quel mostruoso atto complesso costituito dalla Shoah – lo sterminio degli ebrei in Europa da parte del regime nazista e anche da parte di altri Paesi che con esso collaborarono. In quella circostanza, mi veniva segnalato da un amico – che era ad Auschwitz per la commemorazione – che dieci anni fa i sopravvissuti erano 1.500 e questo anno sono soltanto 300. È evidente che, per il passare del tempo, questi numeri sono destinati a scendere ancora. Molti di questi 300, nonostante l’età avanzata, vanno nelle scuole, partecipano a incontri e danno testimonianza diretta di questi fatti. Non possiamo, però, pensare che questi possano farlo a lungo, né che possano farlo ancora in tanti.

È importante segnare un punto certo e dare una testimonianza per quello che è avvenuto proprio nelle Aule in cui vennero approvate le leggi razziali – o, piuttosto, razziste – nel 1938. Si trattava di un regio decreto-legge emanato il 17 novembre, approvato alla Camera all’unanimità il 14 dicembre 1938 e qui, al Senato, il 20 dicembr -e con qualche voto in dissenso. Queste leggi furono in seguito cancellate non soltanto da un regio decreto durante la guerra ma, soprattutto, furono cancellate nel loro fondamento dalla nostra Costituzione, dai valori su cui si fonda la nostra Repubblica. Questa è la giustificazione per avere evidenziato – tra i vari crimini di guerra e genocidi che possono essere ricompresi negli articoli citati nel testo della legge che stiamo per approvare, che istituisce la Corte penale internazionale – la Shoah, citandola espressamente. Quella che stiamo per approvare è una norma che non riduce in nessuno modo la libertà di ricerca o la libertà di opinione. Si tratta di introdurre un’aggravante per i reati di incitamento all’odio e alla violenza per motivi razziali, religiosi ed etnici che già oggi sono puniti con una legge originata nel 1975 e, poi, modificata nel 1993. È all’epoca che prese il nome di Legge Mancino, dall’allora Ministro dell’interno.

Non c’è alcuna limitazione alla ricerca storica. Anche le opinioni più estreme e, francamente, irragionevoli della ricerca storica possono essere espresse; non può però essere messo in atto l’incitamento all’odio e alla violenza usando come strumento la negazione della Shoah o di altri crimini ad essa paragonabili, come contenuti nella legge che istituisce la Corte penale internazionale. Su questo piano, credo sia opportuno ribadire che la formulazione del testo, poiché cita la legge che istituisce la Corte penale internazionale, è riferita a crimini che siano stati giudicati dalla Corte penale internazionale stessa. Non si vuole delegare a un magistrato italiano la possibilità di stabilire se il tale fatto concreto (vero, accertato o segnalato come tale) sia realmente avvenuto, ma si tratta di applicare questa norma agli episodi che siano stati giudicati dalla Corte penale internazionale.

Credo che stiamo facendo un atto positivo e un atto doveroso. Altrove, la Giornata della Memoria viene anche denominata “della memoria e del pentimento”. Si tratta sempre della stessa entità statale: certo, eravamo in un periodo in cui c’era il regime fascista, non c’era la democrazia e né la Camera né il Senato erano eletti da alcuno ma, purtroppo, essi rappresentavano, dal punto di vista giuridico, la nostra Nazione. Credo che sia doveroso segnare questa data. Avremmo voluto riuscire ad approvare questa norma entro il 27 gennaio scorso, per la ricorrenza di cui ho già parlato: per le ragioni di calendario che conosciamo, ci si arriva solo oggi, con un buon testo sul quale si è lavorato molto. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito ad arrivare a questo risultato. Credo che, per certi versi, sia persino meglio che si lavori su questo testo nella data di oggi, che non rappresenta un anniversario, non rappresenta una data prefissata, ma rappresenta semplicemente il dovere che ha ogni giorno il Parlamento di fare delle buone leggi che servono ai Cittadini; che non limitano la loro libertà ma che ci aiutano a essere una Nazione più civile e a difenderci da coloro che, ancora oggi, negano quella mostruosità.

Credo che tutti i Colleghi abbiano ricevuto dei messaggi da una certa organizzazione (che non cito per non pubblicizzarla), i quali iniziavano con un ragionamento giuridico e magari anche storico e poi finivano (bisogna scorrere il messaggio fino in fondo) dicendo che la Shoah è una truffa economica e storica. Naturalmente, anche se un’opinione è sostenuta da persone che hanno dei fondamenti ideologici inaccettabili, resta comunque il diritto a esprimere quella opinione; certamente, con questo finale si marchiava in un certo modo le opinioni presentate.

Io credo che oggi stiamo compiendo un atto positivo. Forza Italia voterà favorevolmente. Ci saranno probabilmente dei voti in dissenso (io spero di no). Benissimo: è appunto la testimonianza che si tratta di una libera decisione. Meglio che non si ripeta quell’unanimità che ci fu il 14 dicembre 1938.

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