Nessuna fiducia a un Governo che, in sede ONU, contrariamente agli impegni assunti in Parlamento, esprime un voto favorevole sulla Palestina

Intervento in Aula, per dichiarazione di voto in dissenso dal Gruppo, sulla fiducia richiesta dal Governo Monti sulla Legge di Stabilità 2013

Signora Presidente,

il mio dissenso non concerne il merito del provvedimento – a proposito del quale condivido pienamente le considerazioni fatte dal presidente Azzollini, che ringrazio insieme ai relatori e ai membri della Commissione bilancio che hanno svolto un lavoro encomiabile – ma la questione di fiducia posta sul disegno di legge.

Non voterò la fiducia in relazione alla posizione tenuta dal Governo, sulla base della nostra fiducia, nella questione del voto alle Nazioni Unite concernente la Palestina. Il Ministro degli Affari esteri era venuto in Parlamento riferendo di una posizione dell’Italia che avrebbe ricercato una posizione unitaria dell’Unione europea, esprimendo l’intenzione – ove non si fosse raggiunta questa posizione unitaria dell’Unione europea – di esprimere un voto di astensione.

Ebbene, senza nessuna ulteriore comunicazione al Parlamento, l’Italia ha espresso alle Nazioni Unite un voto favorevole, in dissenso rispetto alla metà dei Paesi dell’Europa tra i quali Gran Bretagna, Germania, Polonia e altri. Una posizione inaspettata, comunque non fruttuosa perché non preparata in alcun modo. Sembra addirittura che fossero state date assicurazioni all’Ambasciatore di Israele che il voto sarebbe stato di astensione e invece si è arrivati ad un voto favorevole.

L’unica spiegazione, nonostante le numerose proteste parlamentari, è stato un Comunicato di Palazzo Chigi imbarazzato e, devo dire, imbarazzante. In questo Comunicato, lo Stato di Israele viene definito una legittima aspirazione del popolo ebraico. Lo Stato di Israele era membro delle Nazioni Unite già da sei anni quando l’Italia è diventata membro delle Nazioni Unite. Che l’Italia definisca lo Stato di Israele una legittima aspirazione è grottesco e umiliante per la nostra diplomazia.

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