Il decreto-legge emerge da un accordo che coinvolge – oltre al Governo – la Regione Piemonte, il Comune di Torino, la Provincia di Torino, l’Arcidiocesi di Torino e le rappresentanze sindacali dei 2.000 lavoratori che, nel giro di due mesi, si troverebbero senza stipendio
Intervento in Aula, come relatore, sul decreto-legge concernente interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dell’Ente Ordine Mauriziano di Torino
Signor Presidente,
cercherò di rispondere alle numerose obiezioni che sono state fatte, in primo luogo a quelle del senatore Eufemi in ordine alla costituzionalità del provvedimento. Credo che i residui dubbi in proposito verranno superati grazie agli emendamenti approvati in Commissione, a quelli del relatore e agli altri che approveremo in questa sede.
Per quanto riguarda le preoccupazioni sulla tutela dell’ambiente, ricordo che la decisione sulla destinazione d’uso dei terreni è competenza dei Comuni. Senatrice Acciarini, non ha fiducia nel Comune di Torino? Pensa che il Comune di Torino promuoverà una speculazione edilizia su questi terreni? Oppure non ha fiducia negli altri Comuni che hanno competenza sulle proprietà dell’Ordine Mauriziano?
Per quanto riguarda più in generale la tutela dei beni culturali che sono compresi nelle proprietà dell’Ordine Mauriziano, ricordo che già nel testo – e ancor più negli emendamenti che verranno approvati – è prevista la presenza attiva del Ministero per i Beni e le Attività culturali, che saprà certamente tutelare questi beni.
Ricordo, altresì, che il decreto-legge che stiamo esaminando emerge da un accordo molto ampio, che coinvolge – oltre naturalmente al Governo, che è intervenuto – la Regione Piemonte, il Comune di Torino, la Provincia di Torino, l’Arcidiocesi di Torino e le rappresentanze sindacali dei 2.000 lavoratori che nel giro di due mesi, se non si interviene, si troverebbero senza stipendio. Non possiamo parlare di questo problema come se fossimo in una situazione pacifica dove va tutto bene. Qui la situazione va tutt’altro che bene!
Il senatore Zancan ha parlato di sconcezza. Credo che di sconcezze ce ne siano state, effettivamente, come il deficit di 700 miliardi di vecchie lire in crescita continua, che si è accumulato con la gestione del periodo in cui il Consiglio di amministrazione – a cominciare dal suo Presidente – era nominato da coloro che ne avevano la competenza, secondo la legge n. 1596 del 1962. Ricordo, altresì, che – come ha detto la senatrice Acciarini – il debito si è accumulato dal 1996 al 2002, quando questo Governo ha nominato un prefetto che è riuscito a frenare l’accumulazione continua del deficit.
Ma vediamo chi era a capo dell’Ente quando si è prodotto questo immenso deficit, che mette in gravissimo pericolo un ente dalla tradizione plurisecolare. Allora, l’Ordine Mauriziano – secondo l’articolo 2 della legge citata – è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e la vigilanza del Ministro dell’interno. Cosa ha fatto il Ministro dell’Interno negli anni tra il 1996 e il 2001? Il Presidente dell’Ordine è nominato dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri. In quel periodo, i Presidenti del Consiglio sono stati tanti, d’accordo, ma erano tutti della stessa parte politica.
Allora, le sconcezze ci sono state, ma sconcezza maggiore sarebbe quella di non venire incontro ai 2.000 lavoratori, che oggi si trovano nell’imminente pericolo di perdere il posto di lavoro e lo stipendio. Queste strutture ospedaliere rischiano di essere chiuse; si rischia la liquidazione coatta amministrativa, altro che disquisire!
Dobbiamo, invece, dare atto a questo Governo e alla Regione Piemonte di aver saputo intervenire con responsabilità e con disponibilità. La Regione Piemonte ha già preso l’impegno di versare quanto dovuto e anche molto di più per sostenere questo Ente.
Ricordo che vi è stata anche la disponibilità a far entrare – perché siano dissipati tutti i dubbi relativi a possibili speculazioni, a danni all’ambiente, ai beni culturali o all’Ente stesso -, pur senza necessità e non ricoprendo oggi un ruolo in questo, la Provincia e il Comune di Torino. Non ci fidiamo di tutti gli organi che hanno concordato e delle organizzazioni sindacali?
Allora, chi è contro questo decreto voti, ma se ne assuma la responsabilità di fronte ai dipendenti e a una situazione che rende impossibile, per il pignoramento in atto, anche il semplice funzionamento delle strutture ospedaliere.