Panorama: “Lucio Malan (PdL): A Monti do una sufficienza risicata, ma ora si faccia valere con la Signora Merkel”

Onorevole Malan, che voto darebbe alle prime mosse del Governo Monti?

“Sei meno, ma solo perché abbiamo deciso di dargli la fiducia”.

Di più o di meno di quello che si aspettava?

“Diciamo che, se il saldo quantitativo va bene, mi aspettavo di meglio come qualità. In fondo, il criterio che sta usando Monti è quello di colpire a destra e a manca come nella prima e nella seconda Repubblica. Insomma: non c’è bisogno di tecnici per fare i tipi di intervento grossolani che hanno annunciato di fare”.

Grossolani, perché?

“Be’, la cosa che mi ha convinto di meno è stato l’intervento sulle pensioni di anzianità. Per un trascurabile risultato economico, molti progetti di vita stravolti. Il fatto, le ripeto, che si è colpito in tutte le direzioni. In questo senso (ride – ndr) c’è davvero equità. Basta vedere l’aumento della benzina o l’aumento indiscriminato dei valori catastali, non modulato per ora sul fatto che una famiglia, per esempio, abbia o meno un mutuo da pagare. Speriamo ora raddrizzino il tiro”.

Il migliore e il peggior Ministro del Governo Monti.

“Il migliore forse è il Ministro degli Esteri, che ha tenuto una linea chiara e coraggiosa, in continuità col Governo precedente. Insomma: ha preso posizioni importanti sulla questione iraniana e ha tenuto buoni rapporti con i nostri partner tradizionali. Il peggiore? Mi ci faccia pensare. Forse Andrea Riccardi, il Ministro alla Cooperazione e all’Integrazione, che ha sbagliato persino sulla formula del giuramento e si è voluto occupare di cose che dovrebbe lasciare alla sovranità del Parlamento – come il diritto alla cittadinanza e il voto agli immigrati”.

Monti e Berlusconi: due stili sideralmente diversi. Le piace quello del professore?

“Fa bene il Governo a tenere il basso profilo ed evitare le trappole giornalistiche. Certo, rispetto allo stile pirotecnico del Cavaliere, è un cambiamento radicale”.

Fase uno dei sacrifici e fase due della crescita. È da quando siamo bambini che si sente ripetere questa litania. Dove sta la novità?

“C’era l’urgenza di mettere in sesto i conti che erano stati già toccati dal precedente Governo. L’importante è che la fase due crei davvero sviluppo e non si risolva nel fatto che le Coop possano vendere le aspirine sui bancali”.

Come si crea lo sviluppo, dunque?

“Su autostrade, grandi trasporti e liberalizzazioni vadano avanti in modo efficace e serio. Ma le vere manovre per la crescita passano anche attraverso la sburocratizzazione delle attività imprenditoriali, già oggi vessate da troppe tasse. Poi servirebbe la dismissione dell’immenso patrimonio pubblico, per far scendere il debito e ridurre i tassi. È questo il punto di partenza per ridurre le tasse in futuro”.

Lei ha toccato il tema delle liberalizzazioni. Ora salite in cattedra, ma perché non le avete fatte voi quando eravate al Governo?

“Bella domanda. Diciamo che non c’era la sufficiente forza politica per affrontarle. E, poi, abbiamo scontato l’uscita di Fini dalla Maggioranza. I numeri, per larga parte della legislatura, erano quelli che erano”.

Perché, se non ci siete riusciti voi, dovrebbe riuscirci il Governo dei professori ?

“Non escludo che portino a casa qualche risultato. Diciamo che ora c’è una Maggioranza così larga che li mette al riparo dai veti dei piccoli gruppi. E poi…”

E poi?

“Speriamo non vinca la volontà di tutelare gli interessi privati dei settori da cui molti provengono. Stiamo a vedere”.

Che è un po’ l’ostacolo su cui si è incagliato il Governo Berlusconi.

“Mi lasci dire un’altra cosa”.

Vada.

“Al di là dei taxisti, delle autostrade, delle dismissioni, tutte cose necessarie ma non sufficienti, il vero compito di questo Governo è quello di farci valere in Europa per rimediare a una situazione in cui non c’è una Banca Centrale Europea che garantisce il debito degli Stati membri. Vuole un esempio? Pur avendo un indebitamento paragonabile a quello dell’UE, gli Stati Uniti pagano sui titoli di Stato decennali tassi dell’1,8% mentre l’Italia paga il 7%. Se avessimo una BCE sul modello della FED, dall’oggi al domani vedremmo ridurre i nostri tassi almeno del 3%, il che significa 57 miliardi all’anno liberati per lo sviluppo”.

Tutta colpa della signora Merkel?

“Colpa della miopia tedesca che dura da una ottantina d’anni. Per fortuna, ora non fanno le guerre. Ma, se al posto della Merkel ci fosse Scroeder, il dipendente della Gazprom sovietica, non cambierebbe molto. Perché hanno convinto i cittadini tedeschi che il problema è che loro devono pagare le pensioni dei greci e i mandolini dell’Italia. Avvertiteli che da noi non esistono più mandolini”.

Torna in alto