PdL Senato: “Elezioni. Malan, con alleanza Lega in Lombardia si vince”

di Carla Isabella Elena Cace

La campagna elettorale in Italia si è infuocata. Lo scenario è cambiato con il pieno ritorno in campo del Cavaliere e la “salita” in politica di Mario Monti. Un inasprimento progressivo dei toni che prevedibilmente crescerà, ora che è stata siglata l’alleanza con la Lega Nord. Il Carroccio, infatti, si è da sempre opposto al Governo Monti, additandolo come “nemico del Nord”. Sono ormai in vigore le norme sulla “par condicio” in vista del voto, ma continua ad ingrossarsi anche il “caso-Monti” per il moltiplicarsi delle presenze del presidente del Consiglio uscente nei programmi della tv pubblica. Parliamo di questo delicato scenario con il senatore Lucio Malan.

La scorsa notte è stato siglato l’accordo tra PdL e Lega. Cosa ne pensa?

“Ritengo sia una buona cosa, poiché questo dato ci consente di puntare decisamente alla vittoria anche nella Regione Lombardia”.

Lei ha presentato, nei giorni scorsi, una denuncia all’Agcom per l’utilizzo del sito di Palazzo Chigi come strumento di propaganda da parte di Mario Monti. Ci sono sviluppi?

“Non ho notizie dall’Agcom. A questo punto la solleciterò. Al di là di come si voglia valutare il comunicato del 31 dicembre del presidente Monti, presentato come il pretesto di analizzare un anno di governo, conteneva chiaramente delle promesse elettorali, come la riduzione della pressione fiscale. E nulla ha a che fare la riduzione della pressione fiscale con quello che ha fatto il suo Governo. Ma, indipendentemente da questa propaganda di parte, l’art. 9 della legge n. 28 del 2000 sulla “par condicio” proibisce a tutte le pubbliche amministrazioni di fare comunicazione istituzionale, se non quella indispensabile all’espletamento delle funzioni. Il 31 dicembre erano già trascorsi nove giorni dalle convocazione delle elezioni ed era altresì passato il termine oltre il quale non si può fare nemmeno comunicazione istituzionale”.

In questi giorni, la presenza mediatica del presidente Monti – anche attraverso mezzi di comunicazione quali Twitter – ha suscitato molte reazioni. Cosa ne pensa?

“Dal momento in cui Mario Monti ha deciso di candidarsi, non è stato più un uomo di parola, perché aveva detto decine di volte alla Stampa che non l’avrebbe fatto. Inoltre, questo cozza con la sua nomina a senatore a vita, peraltro per meriti che devo ancora capire. Adesso è normale che lui cerchi di usare tutti i mezzi di comunicazione, ma la cosa anomala è che basta un “cinguettio” di Monti su Twitter per ottenerne una notizia degna dell’apertura del Tg1. Questo è scandaloso, ed è la diretta conseguenza dell’occupazione della RAI che ha compiuto Monti. Con il pretesto di dover nominare persone, infatti, ha collocato figure di stretta osservanza delle sue “fratellanze” che non hanno nulla a che fare con i Partiti e che non sono trasparenti”.

Siamo in tempi di par condicio. E’ fiducioso sul corretto svolgimento delle tribune sui media?

“Sugli aspetti istituzionali sì, perché sono disciplinati in modo dettagliato dalla legge e dal regolamento che abbiamo approvato in Commissione di Vigilanza. Ma mi fido molto di meno dell’informazione del servizio pubblico, che sta diventando testata di Partito di Mario Monti”.

Quali sono le sue previsioni per questo imminente voto?
“Spero ci sia attenzione sui contenuti perché è fondamentale per l’Italia e, soprattutto, perché credo che il Popolo della Libertà sia l’unico che propone una visione chiara di quello che è necessario fare per rilanciare il nostro Paese, sia per quanto riguarda la politica interna che per gli importantissimi rapporti con l’Unione Europea. Quello che il signor Casini chiama antieuropeismo è, in realtà, un europeismo convinto: siamo convinti sia necessario che l’Europa faccia gli interessi dell’Europa e non soltanto della Germania e dei suoi Paesi satellite”.

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