PdL Senato: “Referendum. Malan: Decisione Corte Cassazione rafforza consultazione. Nuova legge elettorale solo dopo voto referendario”

Il referendum sulla legge elettorale si avvicina. Dopo l’ok dato dalla Corte di Cassazione, che ha considerato valide le firme presentate dai referendari, l’ipotesi che gli italiani entro la prossima estate siano chiamati a barrare un sì o un no sulla scheda elettorale è sempre più concreta. Anzi: Lucio Malan, senatore del PdL ed esperto di sistemi elettorali, non sembra avere molti dubbi, convinto che “con il quadro politico cambiato, con il nuovo Governo, le probabilità di votare per il referendum sono molto alte”.

Senatore, dopo il via libera della Cassazione il referendum è più vicino…

“Penso di sì. Politicamente, fino a qualche settimana fa, una tale decisione avrebbe determinato la caduta del Governo e l voto anticipato; adesso, con il quadro politico mutato, ritengo che la legislatura continuerà e si andrà alla celebrazione del referendum”.

Ma c’è sempre la possibilità di evitare la consultazione referendaria con una nuova legge elettorale…

“Certo, questo sarebbe l’unico strumento per impedire lo svolgimento del referendum, ma penso che non sarà così facile-  soprattutto dopo le valutazioni della Corte Costituzionale all’epoca dell’ammissibilità del referendum sul nucleare”.

Che intende?

“Allora la Suprema Corte stabilì che il referendum si doveva comunque tenere, perchè che la nuova legge varata apposta dal Governo non modificava completamente la vecchia normativa ma solo una parte. E, quindi, la consultazione referendaria fu giudicata ammissibile. E lo stesso potrebbe accadere adesso, nel senso che una nuova legge elettorale potrebbe mantenere qualche elemento di continuità con la precedente normativa, dando così comunque legittimità al referendum. Ci muoviamo, per questo, su un terreno molto scivoloso”.

Quindi spazi stretti. Torniamo al referendum: i promotori chiedono il ritorno al ‘mattarellum’, ma sarebbe fattibile?

“Per carità, il ‘mattarellum’ non sarebbe immediatamente applicabile, perché dobbiamo considerare che esiste il problema del numero dei collegi che dovrebbero essere disegnati. Rispetto al 2001, è cambiata la distribuzione demografica; e poi c’è la questione dei senatori e dei deputati eletti all’estero, che sottraggono posti alla quota complessiva dei parlamentari. Perciò, sarebbe opportuno ridisegnare tutti i colleghi o, al massimo, supplire sottraendo i posti al proporzionale e, così, chiudendo un occhio sul fatto che ci saranno collegi squilibrati in fatto di numero di elettori”.

Gran confusione. Meglio una legge nuova…

“Sì. Ma, come le ho spiegato, non eviterebbe in maniera automatica il rischio del referendum. Meglio sarebbe fare una nuova normativa a risultato acquisito. Allora potremmo varare una legge effettivamente aderente con quanto hanno deciso i cittadini”.

Quindi, finalmente, il ritorno alle preferenze…

“Si potrebbe tornare al sistema delle preferenze, ma attenzione a considerale una panacea per tutti i mali. In fin dei conti, nel ‘mattarellum’ mica c’era tutta questa possibilità di scegliere i proprio rappresentanti”.

Dice davvero?

“Ma certo. Nella quota proporzionale le liste erano bloccate e quindi zero scelte. Nella parte maggioritaria anche lì la scelta era limitata al candidato deciso dalla coalizione e poteva capitare di votare un esponente che non fosse del proprio Partito. Quindi, volendo fare due calcoli, il ‘mattarellum’ non dava tutta questa libertà all’elettore. Anzi, sa che le dico? Questa l’attuale legge elettorale dà più possibilità di scelta all’elettore”.

Qualcuno sosterrà che sta dicendo un’eresia…

“E invece è così. Con questa legge elettorale non scelgo i singoli parlamentari, ma almeno posso votare il mio Partito. Ma, poi, finiamola con questa storia delle preferenze; alla fine, rischiano solo di moltiplicare i costi della campagna elettorale- con gravi ricadute sulla spesa pubblica”.

Quale sarebbe, secondo Lei, il sistema elettorale migliore per il nostro Paese?

“Il sistema elettorale dipende da quello costituzionale. Le leggi elettorali possono essere buone e cattive ma questo dipende se sono compatibili con l’assetto costituzionale. Se ci fosse l’elezione diretta del Premier, allora dovrebbe esserci una legge che favorisca la costituzione di una solida maggioranza in Parlamento. Altrimenti, una che favorisca la massima rappresentatività delle forze politiche e sociali nelle due Camere. Ripeto molto dipende dall’assetto costituzionale”.

Per concludere, quale pensa sarà la posizione del PdL sul referendum?

“E’ presto per dirlo. Quello che deve essere chiaro è che, sull’attuale legge elettorale, sono state dette cose false ma, alla fine, non credo che nel Partito potrà affermarsi una linea di difesa. Alla fine andremo al referendum, poi si vedrà”.

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