PdL Senato: “Riforme. Malan: Un Governo forte e un Presidente della Repubblica eletto direttamente dal popolo”

Prosegue nell’Aula del Senato l’iter delle riforme istituzionali. Ne parliamo con il senatore Lucio Malan.

Quali sono i punti essenziali del testo giunto in Aula?

“La riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto con la specializzazione di Camera e Senato e un iter molto veloce per l’approvazione delle leggi. Restano con il vecchio sistema alcuni provvedimenti di particolare importanza tra cui i decreti legge, che però dovrebbero essere molto meno usati dal Governo come strumento legislativo perché c’è la possibilità per il Governo di chiedere un voto in data bloccata. I decreti legge scadono in 60 giorni mentre il Governo potrà chiedere anche tempi più brevi e, quando si arriverà a quella data, la Camera o il Senato procederà con votazioni articolo per articolo senza emendamenti, costituzionalizzando una norma che per ora è prevista al Senato per i decreti legge”.

Il Governo viene rafforzato, ma per l’Opposizione ci saranno novità?

“In realtà l’Opposizione dovrebbe avere garanzie in sede di riforma dei regolamenti parlamentari che noi abbiamo sempre detto essere uno degli aspetti importanti di questa ondata di riforme: riforma istituzionale, riforma della legge elettorale, riforma dei regolamenti parlamentari. E tante norme che rafforzano i poteri del Governo vanno inserite anche nei regolamenti di Camera e Senato”.

Oltre al voto bloccato quali altre misure riguardano il Governo?

“C’è il rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio. È lui che riceve la fiducia del Parlamento. Potrà chiedere lo scioglimento delle Camere su cui deciderà il presidente della Repubblica. Novità anche per i ministri che, oltre a essere nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, potranno anche essere revocati dal presidente della Repubblica – sempre su richiesta del presidente del Consiglio”.

Su questa riforma si inseriscono gli emendamenti del PdL sul semipresidenzialismo alla francese per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica…

“Con il Governo titolare di maggiori potere, sarebbe a mio parere molto più giusto, molto più democratico che questo Governo fosse indicato dai cittadini. Un potere diretto accompagnato da un’elezione diretta da parte dei cittadini. Nella situazione di oggi avremmo un Governo con molto potere senza essere stato eletto da nessuno”.

Il semipresidenzialismo non incontra il favore delle Sinistre?

“Staremo a vedere. Noi stiamo facendo una proposta per una forte innovazione delle nostre istituzioni e per dare più potere ai cittadini. Credo che la Sinistra dovrà pensarci bene prima di dire che non vuole dare ai cittadini la facoltà di eleggere il presidente della Repubblica ma preferisce tenerla riservata a deputati, senatori e rappresentanti delle Regioni”.

La Sinistra accusa il Pdl di volere il fallimento di tutte le riforme…

“Un’accusa totalmente priva di fondamento con la quale pensano di esentarsi da dare una risposta che non devono dare a noi ma ai cittadini. E cioè se dare loro potere di scelta diretta o se mantenerla ai partiti e ai gruppi parlamentari”.

Per la legge elettorale cosa succederà?

“In aula si voterà la riforma costituzionale. Per la legge elettorale c’è il nostro forte impegno a riformarla. Alfano e Berlusconi sono stati molto chiari nel dare disponibilità a esaminare anche le proposte della Sinistra incluso il doppio turno, che non è certamente la nostra opzione preferita, non ultima quella dei costi, però riteniamo così importante la riforma presidenziale che in tal caso siamo disposti a discuterne. Se non passa il presidenzialismo, rispetto al doppio turno le nostre posizioni rimangono quelle assunte in precedenza”.

La riforma istituzionale sarà approvata?

“Il PdL non si tira indietro, se altri pensano di tirarsi indietro se ne assumeranno la responsabilità. Per quando ci riguarda, le riforme passeranno. Noi intendiamo realizzare queste riforme anche per consentire a chi governa di avere più strumenti per attuare il proprio programma. Con strumenti rafforzati in modo più lineare, un Governo più forte potrebbe ovviamente affrontare al meglio situazioni di crisi come quella attuale”.

Torna in alto