Per le vittime delle crisi bancarie, schedatura e divieto di accesso a eventi pubblici?

Come si concilia tutto questo con la libertà di circolazione e di manifestazione del proprio pensiero, previste dalla Costituzione?

Interrogazione al Ministro dell’Interno
Premesso che, a quanto risulta all’interrogante:

secondo quanto pubblica il quotidiano “La Verità” il 4 settembre 2017, le persone vittime delle crisi delle banche che protestano contro il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, Matteo Renzi, verrebbero schedate da organi di Polizia e verrebbe loro impedito di avvicinarsi ai pubblici eventi in cui è prevista la partecipazione del leader del PD;

in particolare, risulta che sabato 2 settembre, la signora Giovanna Mazzoni e altre 4 persone, tutte fra i 55 e i 70 anni, sarebbero state bloccate all’ingresso della festa dell’Unità di Bologna, pur non recando cartelli o altro che facesse supporre le loro intenzioni e non essendo pertanto riconoscibili, se non dal proprio viso; il 3 giugno 2016, le stesse 5 persone sarebbero state fermate alla stazione di Bologna, affinché non raggiungessero il luogo del comizio del Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Renzi;

il 24 luglio scorso, a Castelfiorentino, la signora Roberta Gaini, 51 anni, ex obbligazionista di Banca Etruria, avrebbe tentato di entrare insieme alla madre 74enne e a 4 tra figli e nipoti, dai 7 anni in su, alla festa dell’Unità dove era previsto l’intervento di Matteo Renzi, ma all’ingresso agenti in borghese avrebbero detto loro che non erano persone gradite; la stessa Gaini l’autunno 2016 sarebbe stata fermata insieme al marito e alla sorella in circostanze simili e fotosegnalata per il possesso di piccoli cartelli recanti la scritta “La Costituzione non si cambia, si applica”,

si chiede di sapere:

se al Ministro in indirizzo gli episodi segnalati risultino realmente avvenuti;

quali direttive vengano impartite alle Forze di Polizia per quanto riguarda le persone che protestano contro esponenti degli ultimi Governi e se queste siano compatibili con la libertà di circolazione e di manifestazione del proprio pensiero garantita dalla nostra Costituzione agli articoli 16 e 21.

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