Perché la nostra Ambasciata a Delhi rifiuta il visto d’ingresso a 19 artisti tibetani con tutti i documenti in regola, invitati da numerosi enti locali?

Intervento in Aula per dichiarazione di voto sull’articolo 1 della ratifica dell’Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica popolare cinese, firmato a Pechino il 4 dicembre 2004

Signor Presidente,

colgo l’occasione della dichiarazione di voto sull’articolo 1 per chiedere al Sottosegretario quantomeno se ha udito il mio riferimento all’interrogazione che riguarda – chiedo scusa per la ripetizione, non avendo ricevuto la parvenza di una risposta – un gruppo concreto di 19 artisti tibetani che ha chiesto di venire in Italia. A questo gruppo è stato rifiutato il visto per entrare in Italia, pur avendo tutti i documenti in regola e tutte le garanzie – tra l’altro da parte di numerosi enti locali, governati dal centrodestra così come dal centrosinistra.

Allora ribadisco quanto detto prima (purtroppo, noto che, quando si viene al punto, c’è di fatto disattenzione): è inutile dire che si incalza, è inutile dire che si esorta se poi, dal punto di vista pratico, la nostra Ambasciata a Delhi, per questioni formali sicuramente ineccepibili, impedisce questo piccolo, vero scambio con una realtà tibetana che non fa comodo al Governo della Repubblica popolare cinese, ma che esprime la cultura di un Paese, di una Nazione che è stata inglobata con le armi, con la violenza, con la pulizia etnica, con la repressione religiosa, ideologica, e persino demografica della sua popolazione.

Spero di avere una risposta. In caso contrario, quantomeno a titolo simbolico, voterò contro questo articolo.

Risposta del Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri

Signor Presidente,

il Governo ha già chiesto chiarimenti sul tema alla nostra Ambasciata a New Delhi.

Anch’io ho letto attentamente, senatore Malan, il parere da Lei citato sulle perplessità legate ai rischi di immigrazione clandestina che, al momento, hanno portato la nostra rappresentanza diplomatica a New Delhi, in India, a negare quella richiesta di visto. Peraltro, quando sono stato sollecitato dagli enti locali che avevano aderito all’iniziativa e l’avevano patrocinata, circa sette-otto giorni fa, avevo già invitato a riesaminare e approfondire la questione e avevo già richiesto la documentazione al riguardo, che sarà nostra cura verificare.

Se, ovviamente, non ritenessimo che sussistano quei rischi, non avremmo alcuna obiezione alla concessione di un visto, peraltro per un periodo di tempo limitato, a una compagnia teatrale che svolge un’iniziativa di promozione culturale – tra l’altro patrocinata da alcuni importanti enti locali.

Vorrei, quindi, rassicurare il senatore Malan sul fatto che stiamo monitorando e seguendo la vicenda.

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