Signor Presidente, questo emendamento di Fratelli d’Italia chiede di estendere il periodo del congedo di maternità dopo il parto a centottanta giorni. Questo è un fatto concreto e preciso per venire incontro alle esigenze delle madri e delle famiglie intere.
Evidentemente un bambino tra i tre e i sei mesi di età ha bisogno di parecchie cure, non può certo essere lasciato per conto proprio e avere qualcuno che si occupi di lui comporta dei costi. Ritengo quindi questa una proposta assolutamente ragionevole.
Osservo altresì che, ancora adesso, finito lo stato di emergenza per la questione Covid-19 (poi abbiamo altri stati di emergenza), le madri che appartengano a categorie di lavoratori sottoposte all’obbligo vaccinale (sono parecchie) sono private dell’assegno di maternità, pur essendo in congedo di maternità obbligatorio, se non hanno rispettato i termini delle vaccinazioni (seconda e terza dose). È una questione totalmente ingiustificata, perché il senso di questi obblighi vaccinali è quello di evitare il contagio sui posti di lavoro, dal momento che si ritiene che queste categorie abbiano un particolare pericolo di contagio. Ma una madre che è a casa, in congedo di maternità, quale pericolo costituisce per i suoi colleghi? Ora, il fatto di privare una madre del suo sostentamento (e ci sono anche le madri sole, non credo che ci sia bisogno di ricordarlo, ma ce ne si dimentica quando si votano certe leggi), senza nessuna giustificazione dal punto di vista dei contagi, lo trovo veramente una cosa inaccettabile. Non ho mai potuto parlare in Aula di questo perché c’è sempre stata la fiducia su quei provvedimenti, ma questa è l’occasione per parlarne. Non possiamo fingere di aiutare le famiglie, quando poi si approvano norme aberranti contro le madri che hanno dei figli. (Applausi)