RELAZIONE ALTERNATIVA SUI COSTI DELLE “UNIONI CIVILI”

di Lucio Malan

Incongruenze della relazione governativa

Per limitarsi a quelle macroscopiche:

  • Sulle detrazioni per il coniuge a carico si stimano 67mila unioni civili in dieci anni, mentre, a proposito della reversibilità, si scende inspiegabilmente a 30mila. Perché?
  • La spesa di gran lunga maggiore è quella per la pensione di reversibilità, che interviene dopo la morte di uno dei coniugi. Rileva, perciò, il tempo medio che intercorre tra matrimonio (o unione civile) e il decesso del primo coniuge. Oggi, tale tempo è 45 anni – la differenza tra età media degli uomini al primo matrimonio (34 anni) e speranza di vita media per gli uomini (79,4 anni). Pertanto, uno studio serio sulla reversibilità dovrebbe arrivare almeno al 2060, non al 2025. Con il criterio usato qui, la Commissione Bilancio e, con essa, il Senato potrebbero approvare qualunque aumento di pensione o abbassamento dell’età pensionabile o estensione di benefici senza alcuna copertura: basta che tali aumenti di spesa intervengano dopo il 2025!
  • Nella parte sulle pensioni di reversibilità, candidamente si dichiara che i novelli “sposi” siano esclusivamente sotto i 50 anni. La cosa è del tutto irragionevole, perché l’età media degli uomini al loro primo matrimonio non è molto più bassa (34 anni) e – come è ben noto – fino ad oggi non è possibile una unione civile per le coppie dello stesso sesso, dunque è molto verosimile che molte coppie, formatesi nel corso dei decenni precedenti, si avvalgano del nuovo istituto anche in età ben superiori ai 50 anni, anche considerando che la pensione di reversibilità è di gran lunga il maggiore beneficio garantito dal testo.
  • È difficile capire come, a fronte di un numero di unioni civili in essere crescente, l’onere per gli ANF sia costante.

 

Quanti sono gli Italiani omosessuali

Secondo il celebre rapporto Kinsey (USA 1947), il 5% delle persone ha avuto esclusivamente rapporti omosessuali nel corso della sua vita dopo l’adolescenza, e un ulteriore 5%, pur avendo avuto rapporti con entrambi i sessi, ne ha avuti in prevalenza col proprio sesso.

Secondo l’indagine Istat La popolazione omosessuale nella società italiana (2012), il 6,7% si è apertamente dichiarato omosessuale/bisessuale o, nel corso della vita, si è innamorato o ha avuto rapporti sessuali con una persona dello stesso sesso o è oggi sessualmente attratto da persone dello stesso sesso, ma solo un milione (“il 2,4%”) lo ha dichiarato.

Il 4,03% degli iscritti italiani a Facebook si è dichiarato gay lesbiche o bisessuali.

Molte altre statistiche parlano di cifre tra il 5 e il 10%: ad esempio l’On. Franco Grillini – già presidente di Arcigay, ora presidente onorario – in occasione del 13° Congresso nazionale di quell’organizzazione ha detto che, nel nostro Paese, gli omosessuali sono 5 milioni.

Qual è la spesa attuale per detrazioni coniuge a carico, assegno per il nucleo familiare e reversibilità coniuge

Si legge che la spesa attuale sarebbe di 60 miliardi annuali (di cui almeno 55 per la reversibilità)

Spesa a regime per UCCSS (unioni civili per coppie dello stesso sesso)

La spesa a regime per la sola reversibilità dovrebbe essere:

55 miliardi

____________________________________

Percentuale popolazione omosessuale/100

Consideriamo come minimo e massimo la stima Istat delle persone dichiaratamente omosessuali (2,4%) e il complesso di coloro che hanno avuto o hanno comportamenti omosessuali (6,7%). La poca propensione a dichiarare la propria omosessualità dovrebbe, peraltro, diminuire negli anni, anche in virtù del riconoscimento di legge.

La spesa – a regime – dovrebbe, perciò, essere stimata tra 1,32 e 3,69 miliardi di euro all’anno.

 

Quale la spesa da oggi a quando arriva “a regime”?

Si possono utilizzare due metodi.

1) Per la reversibilità (che è facile stimare che richieda almeno 55 dei 60mld che rappresenta il costo totale dei matrimoni per l’erario), una progressione costante dagli attuali 0€ ai costi a regime, stimati tra 1,32 e 3,69 miliardi, e dunque:

 

2016

2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2030 2040 2050

2060

Stima minima (milioni €)

29,3

58,7 88 117 147 176 205 235 264 293 440 733 1.027

1.320

Stima massima(milioni €)

82

164 246 328 410 493 575 657 739 821 1.231 2.052 2.873

3.694

 

2) Trascurando la spesa per gli ANF, per le detrazioni coniuge a carico, partire dalle cifre della relazione ma applicando un numero di nuove UCCSS proporzionale alla popolazione omosessuale (matrimoni nel 2013: 194.057)

UNIONIIN ESSERE 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2030 2040 2050 2060
Stimaminima (milioni €) 4.657 9.314 13.971 18.628 23.285 27.942 32.599 37.256 41.913 46.570 69.855 93.140 116.425 139.710
Stimamassima(milioni €) 13.002 26.004 39.006 52.008 65.010 78.012 91.014 104.016 117.018 130.020 195.030 260.040 325.050 390.060
DETRAZIONICONIUGE A CARICO(milioni €)
Costi minimi 0,9 1,8 2,7 3,6 4,4 5,3 6,2 7,1 8,0 8,9 13,3 17,8 22,2 26,7
Costi massimi 2,5 5,0 7,5 9,9 12,4 14,9 17,4 19,9 22,4 24,8 37,3 49,7 62,1 74,5

 

È, pertanto, attendibile che i costi totali minimi siano i seguenti:

2016

2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2030 2040 2050

2060

Costi totali(milioni €)

30,2

60,4 90,7 121 151 181 212 242 272 302 453 751 1.049

1.347

Non c’è bisogno di dire quanto poco prudente sia fare stime minime sulle conseguenze di spesa di una legge.

 

L’incognita delle unioni di comodo

Si sa che, già oggi, vi sono persone che si sposano per il solo scopo di avere benefici fiscali, lavorativi (trasferimenti, titolo preferenziale per concorsi…) e, soprattutto, per la pensione di reversibilità e la cittadinanza italiana. Il testo in esame è suscettibile di dare un grande impulso a questa tendenza per tre motivi:

  • Estende la possibilità alle coppie dello stesso sesso.
  • Non si tratta nominalmente di “matrimonio” – istituzione antichissima con un grande significato simbolico, verso la quale ci sarebbe una ritrosia maggiore per motivi di morale e immagine pubblica – ma di “unione civile”, che lo stesso testo non definisce cosa sia. In pratica, da molti sarebbe visto come “una cosa che si fa in Municipio; che, se uno muore, passa la pensione all’altro”.
  • La quasi contemporanea forte riduzione dei tempi per divorziare rende ulteriormente appetibile l’unione (oltre che il matrimonio) di comodo.
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