Riforma.it: “Gli evangelici nel nuovo Parlamento italiano”

Il veterano Lucio Malan e il neo eletto Raffaele Bruno: due evangelici al Senato e alla Camera

di Claudio Geymonat

Un veterano del Parlamento è invece l’altro evangelico presente (non si è ricandidato per motivi personali il valdese Luigi Laquaniti, eletto nel 2013 nelle file di Sel): il senatore Lucio Malan, che di anni ne aveva appena 33 al momento della prima elezione nel 1994 e che oggi apre la personale VI legislatura: «Ci sono tutte le premesse perché sia anche la più breve – sorride. Mai dire mai però: anche quella conclusa da poco sembrava esser partita ad handicap e, invece, è durata 5 anni. La pazienza e la determinazione del Presidente della Repubblica Mattarella sono una garanzia che i tentativi di cucitura saranno incessanti».

Partito da Luserna San Giovanni, Malan è da anni fra le figure apicali di Forza Italia, ma è alle piccole realtà locali che vuole porre l’attenzione in tempi di «accorpamenti spesso forzosi, che rischiano di stravolgere le specificità dei piccoli Comuni. Quello delle identità è un concetto che a noi valdesi sta o dovrebbe stare molto a cuore, date le battaglie che si sono combattute in passato e ancora oggi si perseguono per mantenere autonomia, riconoscibilità».

Le specifiche identità troverebbero terreno fertile per germogliare certamente anche di fronte a una nuova legge sulla libertà religiosa che il nostro Paese attende da troppi anni: «È fondamentale trovare una soluzione condivisa in materia; serve una legge-quadro che superi intanto le norme relative ai culti ammessi, datate addirittura 1929 e 1930 – leggi che varie sentenze successive del Consiglio di Stato ha reso ancora peggiori. Si pensi, ad esempio, al riconoscimento di autorità giuridica di una nuova chiesa, possibile oggi solo di fronte alla presenza di almeno 500 fedeli, o ai paletti imposti alla costruzione di nuovi edifici di culto, che non fanno altro che obbligare molte persone a riunirsi in situazioni di disagio, magari semi-clandestine, non aiutando in certi casi la riconoscibilità delle persone e delle attività svolte in questi siti. Servono, al contempo, linee guida valide per tutte le confessioni che hanno le Intese con lo Stato, e si deve cercare in qualche maniera di portare alle Intese anche chi oggi non le ha».

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