SCUOLA. BANCHI CONSEGNATI? MA QUANTO SONO COSTATI?

 “La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina annuncia trionfalmente che 2,4 milioni di nuovi banchi sono stati consegnati nelle scuole italiane, mettendo a confronto questo successo contro ‘l’immobilismo’ del passato. Dobbiamo supporre che i banchi ci siano davvero. Dalla ministra vorremmo ora anche sapere a cosa servono quelli a rotelle e perché in questo momento di emergenza con la maggior parte delle scuole chiuse l’urgenza sia l’acquisto di oltre due milioni e mezzo di banchi.

Ma, soprattutto, dal commissario tuttologo Arcuri e dal ministro Gualtieri, dal quale funzionalmente dipende, vorremmo sapere una buona volta: quanto sono costati? Già a luglio l’On. Azzolina aveva smentito che sarebbero stati pagati 300 euro, ma non capiamo come lo sapesse. Ad agosto Arcuri aveva detto: «Dirò i nomi dei fornitori dei banchi se non saranno strumentalizzati», come se la trasparenza della pubblica amministrazione fosse una sua gentile concessione, ma lasciando capire che qualche cosa di imbarazzante c’era. A settembre era saltato fuori un contratto con la ditta Nexus di Ostia, specializzata in tutt’altro, per 180mila banchi a 44,6 milioni di euro, cioè a 247,78€ l’uno. Con un certo ritardo il super commissario aveva fatto sapere che il contratto era stato annullato. Da allora resta il mistero nonostante la mia e altre interrogazioni sull’argomento depositate da mesi.

Ora, siccome su internet è facilissimo trovare prezzi sotto i 100 euro per un singolo banco e sotto i 40 e addirittura sotto i 30 in caso di ordini sopra i 5000 pezzi, è evidente che ci sarebbe molto da spiegare.

Insomma, sulla base del contratto emerso, il prezzo accettato dal governo italiano andrebbe da tre a sette volte quello che si trova per quantitativi enormemente inferiori, con uno spreco totale fino a 500 milioni di euro, pari a oltre 8 anni di taglio dei parlamentari. Vi sono probabilmente esponenti del Governo che abolirebbero volentieri tutti i parlamentari, o almeno quelli che fanno domande scomode. Così potrebbero evitare l’imbarazzo violare platealmente i regolamenti di Senato e Camera con la loro mancata risposta.”

 

Roma, 5 dicembre 2020

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