Niente interventi previdenziali prima di aver risolto la questione esodati. È il contenuto di un ordine del giorno firmato dal senatore Lucio Malan, votato all’unanimità dal Senato, durante la discussione del decreto legge 29/2012 correttivo di alcune norme del decreto “Salva Italia”.
Nel merito, il senatore Malan ha dichiarato: “Già il 13 febbraio il Governo, nella persona del Ministro Fornero, aveva accolto un ordine del giorno che lo impegnava a risolvere il problema degli esodati. Ora, però, in un decreto firmato dal solo Presidente del Consiglio, è intervenuto per salvaguardare l’importo di future pensioni di alto importo (con un comma poi bocciato dal Senato). Con il mio ordine del giorno, ho voluto impegnare l’Esecutivo a non fare altri interventi del genere prima di aver risolto il problema di chi rischia di trovarsi senza lavoro e senza pensione. Per questo non ho accettato di indebolire il mio testo, facendolo diventare una mera raccomandazione”.
Testo dell’ordine del giorno
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge AS 3221 (di conversione del decreto-legge n. 29/2011),
constatato che l’articolo 1, comma 2 del testo originale del decreto-legge introduce, per un numero ristrettissimo di persone a reddito superiore ai trecentomila euro annui, una deroga alle nuove norme in materia pensionistica di cui al comma 14 del decreto-legge 201/2011 («Salva-Italia»), volta a preservare da riduzioni trattamenti previdenziali che comunque verrebbero erogati nei tempi previsti;
richiamato l’ordine del giorno G/3124/100/1 e 5 a proposito dei cosiddetti «esodati», accolto dal Governo in febbraio, in cui si riconosceva che le situazioni trattate costituiscono «problematiche sociali di obiettiva gravità e rilevanza cui appare necessario fornire una risposta compatibile con i problemi rappresentati, attraverso l’utilizzo degli strumenti di tutela più pertinenti», ricalcando peraltro le parole del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali espresse in sede di discussione dell’argomento nelle Commissioni;
ritenuto che le situazioni di cui all’articolo 1, comma 2 del decreto-legge n. 29 del 2011, pur meritevoli di attenzione, non costituiscono problematiche sociali di obiettiva gravità,
impegna il Governo:
ad affrontare le esigenze di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto in discussione contestualmente a quelle dei lavoratori i quali abbiano aderito ad accordi di esodo volontario o collettivo stipulati entro il 31 dicembre 2011, unitamente ad altre situazioni di particolare disagio venutesi a creare in seguito alle nuove norme in materia pensionistica di cui al comma 14 del decreto-legge n. 201 del 2011 («salva-Italia»), compatibilmente con le risorse reperibili.