Siamo disponibili a discutere, con tempi adeguati e rispettando la Costituzione, la quale chiede che il diritto di asilo sia regolamentato dalla legge, non da un decreto legislativo fatto su carta bianca, in violazione dell’articolo 76 della Costituzione!

Intervento in Aula nella discussione della Legge comunitaria 2006 e della Relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea 2005

Signor Presidente,

alla Camera è stato introdotto l’articolo 12, ossia il contenuto che a questo punto è diventato l’articolo 12. Il ministro Bonino – così mi risulta dalla lettura del Resoconto – ha chiesto di non inserirlo o quantomeno si è rimessa all’Assemblea, per cui ha lasciato che la maggioranza della Camera decidesse. Tale articolo è stato migliorato in Commissione dal punto di vista puramente formale, con la soppressione della lettera a) che costituisce un richiamo del tutto pleonastico e vago all’articolo 10 della Costituzione. Tale richiamo non costituiva in nessun modo un criterio di esercizio della delega, uno di quei criteri che sono obbligatori per Costituzione: l’articolo 76 della Carta fondamentale dichiara chiaramente che il Governo può agire per delega solo sulla base di criteri e tempi precisi. La menzione dell’articolo 10 non costituiva alcun criterio. Esso è stato soppresso anche per l’ineleganza della citazione, perché è del tutto superfluo specificare che il Governo deve rispettare la Costituzione nell’esercitare una delega. Da ciò però deriva che, anziché avere un cattivo criterio, vago e forse addirittura fuorviante, adesso non abbiamo alcun criterio. Il Governo ha, infatti, una delega in bianco nel decidere esattamente quello che vuole per l’attuazione di questa direttiva dell’Unione Europea, sulla quale non c’è nessun pericolo né imminenza di infrazione, perché essa impegna gli Stati a uniformarsi soltanto dal 1° dicembre 2007 e, per l’articolo 15, soltanto dal 1° dicembre 2008; non c’è quindi nessuna fretta, da questo punto di vista.

Aggiungo anche che tutti i Gruppi dell’Opposizione alla Camera, sul complesso del provvedimento, a causa di questo articolo si sono espressi o con il voto contrario o con il voto di astensione. A tal riguardo, alla Camera c’è stata quindi una forte discussione, con l’impegno nei confronti dei Gruppi dell’Opposizione a discutere in tempi brevi una legge che garantisca e regolamenti in modo adeguato ai tempi, e naturalmente alla Costituzione, il diritto d’asilo. Ricordo che proprio l’articolo 10 della Costituzione, che prevede il diritto all’asilo in determinate circostanze, prevede altresì che esso sia regolamentato dalla legge non da un decreto legislativo. Tale richiamo all’articolo 10, opportunamente cancellato per una questione formale, ha reso però evidente che ricorrere alla delega va addirittura contro la Costituzione, perché è proprio l’articolo 10 a dichiarare che le modalità sono regolamentare con legge.

Vorrei ora passare al punto più importante, quello previsto dall’articolo 7 della direttiva europea con cui si stabilisce che i richiedenti asilo sono autorizzati a rimanere nello Stato membro ai fini esclusivi della procedura, fintanto che l’autorità accertante non abbia preso una decisione secondo procedure di cui al capo terzo, eccetera. Se noi non diamo alcuna direttiva su tale argomento, vuol dire che concediamo al Governo la facoltà di decidere le condizioni e le circostanze per i richiedenti asilo. Notiamo bene che non si precisa assolutamente nulla su quali siano le condizioni in cui queste persone saranno tenute, ma si parla di qualunque richiedente, per il solo fatto che lo richieda, e non di chi abbia una qualche forma di presupposto di diritto. Nel decreto dei flussi si è più che triplicato il numero previsto. Vi sono proposte per concedere a qualunque immigrato clandestino la facoltà di ottenere un permesso di soggiorno, anche solo denunciando che, oltre a essere clandestino, abbia anche un lavoro in nero. Allora, la forma più coerente, che il Governo sicuramente eserciterà (è inutile nascondercelo), sarà quella di dare semplicemente la libertà di stare nel territorio italiano: quando il giudizio arriverà, le persone che si vedranno respingere la richiesta di asilo si saranno ormai rese irreperibili.

Come è stato detto dai nostri Colleghi della Camera, questo è quindi uno strumento per aggirare l’attuale legge sull’immigrazione; la Maggioranza ha tutti i diritti di cambiarla, se lo ritiene opportuno (ce l’ha scritto nel programma con il quale si è presentata davanti agli elettori), ma non ha il diritto di farlo aggirando la legge: non si può cambiare una legge attraverso un decreto legislativo che tratta, in apparenza, di un altro argomento.

Se in questo Paese chiunque può arrivare e chiedere diritto di asilo e, dunque, ottenere il diritto a restare per un certo tempo per poi rendersi irreperibile, allora ogni limite all’immigrazione diventa veramente superfluo. Sarebbe più logico dire, come ha fatto l’Onorevole Giovanardi nel dichiarare il voto di astensione sull’intero provvedimento – notate bene, Colleghi, sull’intero provvedimento – da parte del suo Gruppo, che nel nostro Paese non c’è più alcun limite all’immigrazione perché così, almeno, indurremmo le persone che vogliono immigrare nel nostro Paese a farlo anche senza sotterfugi. Dico questo perché, con i sotterfugi, una volta che il Governo avrà emanato il decreto legislativo relativo a questo articolo, sarà possibile entrare nel nostro Paese: basta volerlo fare e basta chiedere l’asilo politico sulla base di qualunque pretesto.

Perché si vuole qui obbligare l’Opposizione a fare quello che ha fatto alla Camera, ossia a non votare questo provvedimento? Faccio notare che, sul disegno di legge comunitaria, noi abbiamo dato una disponibilità assai superiore a quella che durante la scorsa legislatura ha dato il centrosinistra, il quale spesso e volentieri ha chiesto la verifica del numero legale in occasione della votazione degli emendamenti e degli articoli. Il centrosinistra ha poi sempre avuto molto più tempo per discutere i provvedimenti di quanto ne abbiamo noi in questi giorni. Aggiungo, infine, che il Governo Berlusconi non ha mai tentato di introdurre nella legge comunitaria delle riforme su argomenti delicati e importanti e sui quali c’è la nostra disponibilità a discutere, come quello del diritto di asilo.

Ribadendo la disponibilità, vorrei quindi chiedere al Governo di discutere il diritto di asilo in tempi brevi. Vedo però che in questo momento il rappresentante del Governo – il Ministro Bonino – è impegnato a parlare con l’estrema sinistra della sua coalizione, alla quale da esclusivamente retta, alla faccia del Senato e anche della parte moderata del suo schieramento. Chiedo quindi alla senatrice Palermi, che sta parlando con il Ministro, di riferirgli che noi chiediamo il ritiro dell’articolo 12!

Siamo disponibili a discutere di questo problema serio, con i tempi adeguati e rispettando la Costituzione, la quale chiede che il diritto di asilo sia regolamentato dalla legge, non da un decreto legislativo fatto su carta bianca, in violazione anche dell’articolo 76 della Costituzione!

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