“I sindacati hanno le loro responsabilità nei problemi dell’Italia, ma la politica del M5S è contro il lavoro in generale perché è contro le infrastrutture, contro lo sviluppo e, dunque, contro le possibilità di lavoro. Certo, non vanno dimenticati i proclami degli anni ’70 sul ‘salario come variabile indipendente’, la vergognosa legge Mosca o l’eccesso di politicizzazione in nome del quale, a lungo, troppe organizzazioni dei lavoratori hanno protestato solo contro i Governi di centrodestra e non contro gli altri quando facevano le identiche cose, ma le minacce di Luigi Di Maio sono brutali e inquietanti.
Per la Costituzione, tutti hanno diritto a associarsi liberamente, in particolare nei sindacati, e tutti hanno il diritto di criticarli. Ma nessun Governo democratico ha il diritto di fare incursioni in libere associazioni. Se la dirigenza di un sindacato sbaglia, sono gli iscritti ad avere il diritto di cambiarla o andarsene, non il Governo. Il problema dell’apprendista-Premier, come di gran parte della dirigenza M5S, è di avere come unica esperienza qualche clic sul blog di Beppe Grillo, premiato da un mandato parlamentare – non per nulla, poi, straparlano di internet come soluzione a tutti mali. Invece del medico, si cercherà la terapia su internet: internet al posto delle elezioni, ora internet per creare posti di lavoro. E, dall’altra parte, sono programmaticamente contro la costruzione di qualsiasi infrastruttura, contro le attività produttive, contro le Olimpiadi, contro qualunque cosa crei occupazione. Con loro al Governo, la decrescita auspicata da Grillo e Casaleggio arriverebbe rapida ma per nulla felice: distruggerebbero i sindacati dei lavoratori per mancanza di lavoro”.