Spetta al Governo far pesare il ruolo dell’Italia nelle missioni internazionali. Chiediamo che la NATO assuma una politica con ampia visione e azione a livello di Mediterraneo

Signor Presidente, le missioni internazionali sono un aspetto importantissimo per le nostre Forze armate e per la nostra politica estera in generale. L’Italia è il secondo contributore in termini di truppe alle missioni internazionali della NATO, ha avuto delle posizioni di vertice e presto ne avrà un’altra molto importante di cui parlerò fra poco. È un orgoglio ed è motivo di prestigio e naturalmente per questo va soprattutto la riconoscenza agli uomini e alle donne delle Forze armate che partecipano con grandissima capacità e con straordinari risultati a queste missioni, riscontrando l’apprezzamento non soltanto nostro, del Governo e dell’opinione pubblica italiana, ma dei comandi degli altri Paesi che spesso hanno espresso giudizi estremamente positivi sulle nostre truppe, sulla loro preparazione, ad esempio sulla particolarità dei Carabinieri, che hanno sia una preparazione di forza di polizia, sia uno status di militari particolarmente versatili e con esperienza come polizia militare, naturalmente senza dimenticare tutti gli altri corpi che hanno partecipato e partecipano alle missioni internazionali.

Questo straordinario impegno in termini di truppe e risorse per sostenere i militari va usato politicamente sul piano della politica internazionale.

Al termine dell’ultimo vertice della NATO che si è tenuto un mese e mezzo fa è stata rilasciata, come sempre, una dichiarazione congiunta di tutti i Capi di Governo (o loro rappresentanti) che vi hanno partecipato. Nei 79 paragrafi della dichiarazione il Mediterraneo (non già l’Italia, che non è menzionata per nulla, ma ci può stare perché si va per aree geografiche) è menzionato due volte: una volta semplicemente per citare l’iniziativa del Mediterraneandialogue (il dialogo mediterraneo) e l’altra per ricordare che esiste l’hub di Napoli volto verso il Mediterraneo. In sostanza, il Mediterraneo è completamente ignorato. C’è tutto un versante europeo caratterizzato dall’attenzione della NATO verso il Mar Baltico.

Il 2022 sarà un anno estremamente importante e una grande occasione che l’Italia non deve perdere per far valere le proprie ragioni. Infatti, l’Italia continuerà a essere il secondo contributore in termini di truppe e un italiano sarà a capo della delicatissima missione in Iraq. Per l’Italia sarà quindi una grande opportunità per farsi valere e fare in modo che tutta la politica del Mediterraneo (e aggiungerei anche del Nord Africa e dell’Africa subsahariana) abbia la sua influenza.

Si tratta di cose che ci toccano tutti i giorni. Si parla dell’arrivo degli immigrati, che è una realtà quotidiana. Comunque la si veda, è un aspetto importantissimo. Da dove arrivano gli immigrati e da cosa sono spinti? Sono spinti dagli squilibri presenti nel Mediterraneo e dai problemi nel Nord Africa e anche nell’area sahariana e subsahariana. Dunque, non è possibile per i vertici della NATO ignorare il Mediterraneo.

Spetta al Governo intervenire, perché nessun altro può farlo. Il dialogo interparlamentare è una bella cosa e c’è anche l’Assemblea parlamentare della NATO dove però non si prendono le decisioni. Spetta al Governo far pesare il ruolo dell’Italia. In questo ambito possiamo e dobbiamo far pesare il nostro impegno nelle missioni internazionali e, se vogliamo farlo pesare all’estero, dobbiamo mostrare di averne grande considerazione in Italia.

La chiusura dopo tanti anni della nostra missione in Afghanistan è avvenuta – diciamo la verità – alla chetichella. Quando i nostri soldati sono arrivati non vi era alcuna personalità a riceverli. (Applausi). È vero, il Ministro della difesa è andato a Herat e ha partecipato alla cerimonia, ma francamente è difficile pensare che questo tocchi l’opinione pubblica italiana. Credo che si sarebbe dovuto salutare il loro ritorno non dico con l’enfasi con cui è stato salutato il ritorno dei nostri bravissimi calciatori che hanno vinto il Campionato europeo di calcio, ma quantomeno con la dignità che si deve alle migliaia e migliaia di uomini e donne che hanno partecipato a questa missione, ai 53 caduti e ai tanti feriti.

Cominciamo ad avere considerazione di noi stessi in Italia e facciamola valere insieme all’importanza che l’Italia ha a livello internazionale, chiedendo che la NATO assuma una politica con ampia visione e azione a livello di Mediterraneo, perché è lì che noi ci troviamo ed è lì che si trovano la maggior parte dei nostri contatti, opportunità e anche problemi.

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