La kafala: importare in Italia la schiavitù minorile non corrisponde al nostro dovere

Prima dichiarazione di voto sulla Ratifica della Convenzione dell’Aja riguardante la responsabilità genitoriale e la protezione dei minori

Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario a questo articolo che autorizza il Presidente della Repubblica a ratificare questa Convenzione. Tale Convenzione – lo ripeto – accetta l’introduzione dell’istituto islamico della kafala nell’ordinamento degli Stati che la ratificano. E`vero che noi oggi non stiamo introducendo norme che modificano il nostro ordinamento in modo da recepirlo, ma intanto stiamo ratificando la Convenzione. Pertanto, se non vogliamo fare una cosa assai poco seria – ossia ratificare la Convenzione con l’intenzione, poi, di non applicarla – credo che dovremmo ragionare un po’ più approfonditamente. Nel frattempo, si fa un passo avanti verso questo istituto.

Provo a dire qualcosa di piu` su questo istituto, che parte dal presupposto coranico che un bambino non possa essere adottato. I figli sono solo ed esclusivamente quelli generati da un rapporto sessuale lecito (mi chiedo se si intenda, poi, recepire anche questo aspetto di questa concezione, che potrebbe rappresentare un primo passo – anche se conto che ciò non avvenga perché, dall’altra parte, si va in direzioni estremamente opposte). Di conseguenza, non ci può essere una vera e propria adozione: il bambino, di cui una famiglia composta da uno o due genitori si prende cura, non è adottato, non entra a far parte della famiglia – con una serie di conseguenze. I bambini che dovessero venire in Italia, a seguito di questo istituto non sarebbero membri della famiglia che se ne prende cura, dunque non avrebbero alcun titolo, poi, per avere la cittadinanza italiana perché si tratterebbe sostanzialmente di una procedura simile all’affidamento. Questi minori, pertanto, si verrebbero a trovare in una situazione estremamente anomala e di estrema debolezza.

Ci ricordiamo o non ci ricordiamo del fatto che molta della prostituzione nel nostro Paese avviene sfruttando la situazione di debolezza sociale e legale di persone, generalmente donne, che vengono portate in Italia dove, poi, qualcuno – ma violando la legge – si impadronisce del loro passaporto e le sfrutta? In questo caso, addirittura, si determina una situazione per la quale siamo noi a dare in mano ad altri il passaporto di questi minorenni: ci saranno dei minorenni che verranno nel nostro Paese, soggetti all’autorità della loro famiglia (che spesso avrà un’interpretazione della disciplina familiare piuttosto rigida o un tantino diversa da quella che noi abbiamo generalmente), la cui sorte sarà nelle mani, a tutti gli effetti e legalmente, di persone che non sono i genitori. Aggiungo un dettaglio: poiché questi bambini non sono membri della famiglia che se ne prende cura, non c’è alcuna proibizione ad avere rapporti sessuali con queste persone: non essendo membri delle famiglia, infatti, non è incesto. Per cui, noi crediamo che si tratti di un’adozione, quando invece si tratta di una specie di affidamento con la possibilità di fare qualsiasi cosa.

Se il Comitato per l’Islam italiano ha parlato del pericolo delle spose bambine – e ripeto, non si tratta di un comitato formato da chissà quali estremisti anti islamici, ma da esponenti delle comunità islamiche – ci sarà una ragione. Ci sono continue e numerosissime testimonianze su ciò che avviene in alcuni Paesi, in particolare in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti. C’è un documento, che si trova facilmente su Internet, che parla degli abusi cui sono sottoposte le domestiche portate in quel Paese attraverso questo istituto. L’unica accortezza dell’introduzione, attraverso questa Convenzione, di questo istituto in Italia rispetto a quanto avviene in quei Paesi è che lì si può fare questo – che di fatto è un contratto – anche con dei maggiorenni, mentre qui si potrebbe fare solo con i minorenni (e direi che questo ci inquieta molto).

Ci sono molte persone del tutto ben intenzionate che vogliono introdurre in Italia questo ordinamento, e ci sono già delle domande di molte persone residenti in Italia (alcuni sono cittadini e altri no), che hanno chiesto di poter portare in Italia, in nome di questo istituto, dei bambini. Queste persone si appelleranno immediatamente al fatto che noi oggi ratifichiamo questa Convenzione e ci sarà probabilmente qualche giudice che darà loro ragione. Peccato che né noi né il giudice che finirà per dare lo loro ragione possiamo sapere quali sono le reali intenzioni.

Vi invito ad andare a leggere le testimonianze agghiaccianti che abbiamo: una per tutte, che riguarda gli Emirati Arabi Uniti, si intitola «Io ti ho comprata», che è la frase che viene ripetuta nei confronti delle ragazze che si ribellano ai tanti soprusi e abusi cui sono sottoposte. Proprio perché ci sono delle persone benintenzionate, queste altre  saranno portate avanti, e accanto, o addirittura forse un passo avanti alle persone benintenzionate, ci saranno quelle che hanno ben altre intenzioni.

Francamente, non vedo la fretta di procedere all’approvazione di questo provvedimento oggi. Eppure non mancano i provvedimenti alla nostra attenzione: ce ne sono tantissimi e, sebbene il mio parere sul complesso di questi provvedimenti è tutt’altro che positivo, comunque ci sono. Invece si vuole andare avanti con questo. Francamente, credo che dovremmo rifletterci e chiedo a ciascuno di noi di farlo, perché importare in Italia lavoro minorile con un contratto capestro e correre il pericolo delle spose bambine direi che non corrisponde al nostro dovere di parlamentari. (Applausi dal Gruppo FI-PdL XVII).

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