Torino Corriere: “Museo Egizio di Torino, Malan (FI): Lo sconto agli arabi è discriminatorio e ambiguo”

Il Questore del Senato torna, dopo Giorgia Meloni, a scagliarsi contro l’iniziativa del sito torinese

«Ora che anche il sindaco di Torino, Chiara Appendino, rivendica la scelta del Museo Egizio di concedere lo sconto ai visitatori arabi, la grottesca vicenda diventa più interessante. L’iniziativa – afferma in una nota Lucio Malan, Questore del Senato di Forza Italia – di piccola portata materiale, è significativa di una certa mentalità radical-chic filo-immigrazione e filo-araba che vede con un certo fastidio gli Italiani e che – senza sorpresa – vediamo pienamente sposata dalla giovane esponente del M5S. Ma, soprattutto, è apertamente discriminatoria e anche ben poco trasparente».

Secondo Malan, infatti, «il testo della pubblicità – rigorosamente in lingua araba non tradotta, sia sui manifesti sia nel sito internet – non è chiaro su quali siano le condizioni per avere lo sconto, limitandosi a dire che l’iniziativa dei due ingressi al prezzo di uno ‘è per i visitatori arabi di lingua araba’ e che ‘basta mostrare il documento d’identità’. Cosa significa? Una coppia di torinesi che conoscono l’Arabo ha diritto allo sconto oppure no? No, perché sono della etnia sbagliata? E che significa la carta d’identità? Sulla carta d’identità c’è forse scritto se uno è arabo o parla Arabo? Un egiziano copto, ad esempio, parla sicuramente l’Arabo ma non è arabo! Moltissimi israeliani parlano Arabo: se sono ebrei non hanno lo sconto e, se sono arabi, invece sì? Chi stabilisce, all’ingresso del prestigioso museo sotto la Mole, se è arabo o ebreo o altro ancora? Un cittadino italiano di origine marocchina è sicuramente arabo e probabilmente parla Arabo, ma la sua carta d’identità non lo specifica. Conta il fatto che probabilmente si chiama Mustafa, Yossef o Nabil anziché Antonio, Francesco o Gabriele?».

Chiara Appendino, sindaco di Torino, ha invece difeso la campagna promozionale: «In merito all’iniziativa rispondemmo come Giunta già un anno fa in Aula tramite l’Assessora alla cultura, Francesca Paola Leon. Oggi condivido ancora quella posizione. Appoggio la scelta del direttore del Museo Egizio, Christian Greco, al quale rinnovo tutta la mia stima, così come appoggio qualunque iniziativa volta a diffondere il sapere. La Cultura è per sua natura aperta e trasversale. Riprendendo le parole del Direttore, il compito dei musei è quello di costruire ponti. Nel collaborare con le realtà culturali del territorio, la Città di Torino perseguirà sempre l’obiettivo di estendere l’offerta culturale al maggior numero di cittadine e cittadini possibile. Le iniziative per favorire l’accesso ai nostri Musei sono numerose ed estese a tantissime persone. Per mia inclinazione preferisco pensare a come estendere dei benefici piuttosto che a chi negarli».

Malan però insiste: «Ma poi, perché lo sconto per gli arabi che parlano Arabo? Che si sarebbe detto di uno sconto «per i piemontesi che parlano Piemontese»? Si sarebbe gridato al razzismo, ovviamente! Indicativo anche il fatto che la donna raffigurata nel manifesto indossi un rigorosissimo hijab che moltissime donne arabe non indossano e che l’apposita pagina internet si chiami `nuovi italiani´, quando sembra che l’iniziativa sia rivolta anche ai turisti che non hanno alcuna intenzione di diventare Italiani. E poi, i cittadini italiani di origine rumena, albanese, nigeriana sono nuovi Italiani di serie B? Insomma, l’iniziativa è del tutto ingiustificata, ambigua e provocatoria. Allora – conclude – ci sto alla provocazione: denuncerò il fatto come discriminazione razziale. Se non sarà ritenuto tale, vorrà dire che chiunque potrà fare sconti o agevolazioni a chi appartiene a una certa etnia, come si faceva in Sudafrica ai tempi dell’apartheid».

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