Tra le prime cose che lo Stato dovrebbe garantire ai Cittadini ci sono la Giustizia e la difesa dalle ingiustizie degli altri – possibilmente, anche dalle sue

Il promesso ripristino di sei tribunali soppressi e il problema dei tribunali per i minorenni assenti dalla Relazione del Ministro Orlando

Intervento in Aula nella discussione sulla Relazione del Guardasigilli riguardante l’amministrazione della Giustizia

Signor Presidente, l’amministrazione della Giustizia e la difesa dei cittadini dal crimine è uno dei fondamenti che giustificano l’esistenza di uno Stato.

Nella nostra concezione, prima vengono i cittadini e poi lo Stato. E, tra le prime cose essenziali che lo Stato deve garantire ai cittadini, a giustificazione del potere che su di loro esercita, ci sono la Giustizia e la difesa dalle ingiustizie degli altri – possibilmente, anche dalle sue. Per questo, bene ha fatto, Ministro, a ricorrere a citazioni di carattere filosofico dei grandi principi del diritto. Ho, però, avuto la sensazione che la sua Relazione sia un po’ staccata dalla realtà e molto basata sul punto di vista degli uffici e del Ministero della Giustizia e poco su quello dei cittadini.

La Giustizia in generale è un aspetto molto importante non solo per i magistrati, per gli avvocati, gli imputati o le vittime o potenziali vittime del crimine – che già costituiscono un bel numero della popolazione italiana – ma anche per le imprese e l’economia. Quando si parla con imprenditori-investitori italiani e internazionali, al primo posto delle ragioni che li trattengono dal fare investimenti e impresa in Italia mettono non le tasse, che pure sono troppo alte, né il costo del lavoro, che pure è più alto che in altri Paesi, bensì due cose: la Giustizia e la burocrazia, strettamente connesse l’una all’altra; una burocrazia che impone adempimenti senza fine e una Giustizia spietata con chi eventualmente ha omesso uno di quegli adempimenti o, peggio, sembra averlo omesso.

La Giustizia è troppo lenta, e questo lo si dice spesso. Il processo civile in Italia ha tuttora una durata doppia rispetto alla media dei Paesi dell’OCSE. Il problema citato poco è che, purtroppo, è assai poco affidabile. La sentenza arriva tardi e a volte è incredibile; oppure, la sentenza arriva tardi e, nel frattempo, l’innocente è stato tenuto in carcere. E potrei citare il caso di un noto imprenditore televisivo, poi passato all’attività politica, ma parlo di altro. Parlo di quel dirigente di Fastweb che è stato per mesi in carcere, nonostante sia venuto appositamente dall’estero a rendere conto delle accuse di cui era fatto oggetto. E i mesi di carcere, durante i quali era accusato di aver sostanzialmente basato la sua azienda sulla truffa, non solo hanno gravemente limitato la libertà personale e minato la credibilità di quella persona forse per sempre ma, contemporaneamente, hanno anche messo in grave difficoltà una grande azienda. È indubbio che un’azienda basata su fatturazioni false – questa era l’accusa – sia totalmente inaffidabile, e le aziende, Signor Ministro, non possono aspettare i cinquecentottanta giorni o i quattro, cinque anni, perché vivono giorno per giorno. Basta vedere cosa succede quotidianamente nelle Borse. Ebbene, di fronte a episodi come quello citato, conclusosi con l’accertamento che nessuna delle accuse mosse a quel dirigente era vera, si capisce perché tanti investitori, tra investire in Italia e altrove, scelgano altri Paesi: la Giustizia da noi – ripeto – non solo è lenta, ma è anche inaffidabile.

Lei ha citato – giustamente (traggo spunto dalle sue parole) – la legge sui reati ambientali, che Lei afferma non essere contro le imprese ma a favore di quelle che rispettano la legge. Certo, se la legge fosse stata scritta in modo più chiaro – anzi, in modo chiaro e non vago, in modo da distinguere il criminale che avvelena interi ettari di territori, mettendo a repentaglio la salute di chi ci abita, dal poveraccio che sbaglia, magari, a smaltire rifiuti in un pezzo di terreno, in un prato o vicino a uno stagno – allora sì che sarebbe come dice Lei, Signor Ministro. Quando, invece, si rischiano anni e anni di carcere con ‘fine prescrizione mai’, come volete fare, allora è chiaro che, tra l’Italia e le centinaia di Paesi presenti nel mondo, che hanno un costo del lavoro inferiore, tasse inferiori e così via, si scelgono altri Paesi. Poi c’è poco da stupirsi se, nonostante tutti i trucchi e le sovvenzioni, la disoccupazione continua a essere ai record millenari della Storia del nostro Paese (si parla degli ultimi trent’anni, ma il record è di sempre).

Non ho sentito, poi, neanche una parola da Lei, Signor Ministro, su un aspetto estremamente importante: la riforma della geografia giudiziaria. Le ricordo che il Suo Partito l’ha presentata nel programma per le elezioni del 2013, con il quale Lei stesso è stato eletto. Il Presidente del Consiglio non si è preso il disturbo di farsi eleggere, essendo un po’ allergico alle elezioni – che vuole, infatti, abolire anche per il futuro. Ma Lei è stato eletto con quel programma nel quale si proponeva una revisione della riforma della geografia giudiziaria e citava specificamente l’elenco di alcuni tribunali comunque da ripristinare, ovvero da eliminare dall’elenco di quelli soppressi: Pinerolo, Bassano Del Grappa, Chiavari, Lucera, Rossano Calabro e Urbino. Poi, su quest’ultimo è intervenuta una sentenza – il merito non è, quindi, del Governo – secondo la quale, essendo Urbino capoluogo di Provincia, doveva essere garantito ai sensi della delega. Tutto il resto non è stato fatto. Guardi che è stato eletto Lei, Signor Ministro. Lei è lì da quasi due anni. Mi chiedo, allora, come giustifica questo davanti agli elettori. È vero che il programma delle elezioni del 2013 stranamente è stato cancellato dal sito del Partito Democratico, ma su Internet si trova ancora, e la gente di quei paesi esiste ancora. I famosi risparmi, peraltro risibili persino nelle entità annunciate, a quanto ammontano? Lei, giustamente, non ha menzionato questo punto. Ha parlato di risparmi sulla dirigenza dell’amministrazione centrale del Ministero, ma non di quelli portati dalla riforma della geografia giudiziaria perché sono pari a zero e, per risparmiare zero, si sottopongono a grandi spese i cittadini e anche le pubbliche amministrazioni che vivono su quei territori. Quando si tratta di perdere giorni di lavoro anziché ore, ore anziché minuti per recarsi al tribunale, è tutto un peso che va sulle spalle dei cittadini che pagano le tasse che dovrebbero anche servire ad amministrare la giustizia. Ma il risparmio è stato a pari a zero; è stato un regalo fatto a qualche potente organizzazione che ci teneva a mantenere la Giustizia sotto controllo.

Non ha poi parlato del problema dei tribunali per i minorenni, che è rilevante. Noi ci occupiamo di tante cose, ma migliaia di minori vengono gestiti dai tribunali per minorenni. Sono centinaia le segnalazioni di casi che riguardano minori che potrebbero tranquillamente stare nelle loro famiglie o in altre situazioni e, invece, vengono gestiti tra servizi sociali, tribunale per i minorenni, cooperative varie – naturalmente, molto ben remunerate. Di questo, però, non si parla. Da anni si doveva fare questa riforma. Ci avevamo provato anche noi ma, purtroppo, non ci sono riusciti. Il problema, tuttavia, resta; anzi: è stato aggravato.

Lei ha citato il disegno di legge sul reato di tortura. Siamo a posto. Mi chiedo se sia questo il modo per rendere più sicuri i cittadini, e cioè mettendo in pericolo con un disegno di legge quel pubblico ufficiale che dice a un altro di dare una scrollata a un detenuto, magari per spaventarlo, e lo colpisce con anni di carcere. Ad Hannibal Lecter, personaggio della fiction, se esistesse non toccherebbe un giorno in più di carcere con la legge sulla tortura: al più noto torturatore della storia del cinema non toccherebbe neanche un giorno di carcere in più, perché non rientra nell’ambito di applicazione della legge.

Signor Ministro, Lei giustamente ha parlato delle condizioni dei detenuti e io condivido la preoccupazione manifestata. Ricordiamoci, però, anche le condizioni delle vittime del crimine. Sarebbe positivo se alla riduzione del numero dei carcerati corrispondesse una diminuzione del crimine e, quindi, del numero delle vittime. Le cito una notizia segnalatami poco fa da un collega: una persona è stata accusata di sfruttare dei disabili per la mendicità nella città di Verona. Quali provvedimenti sono stati presi nei suo confronti? Gli è stato impedito di entrare nella Provincia di Verona e, così, andrà a gestire la sua attività altrove. Del resto, essendo un nomade, non sarà per lui un problema.

Questi sono i temi che toccano i cittadini assai di più di qualche, magari anche positivo, rimaneggiamento nella dirigenza del suo Ministero.

Infine, il Ministero della Giustizia dovrebbe preoccuparsi del rispetto del Governo delle sentenze, per lo meno di quelle della Corte Costituzionale. Lei sa bene che ciò non è stato fatto per quanto riguarda le pensioni, e questa sì che dovrebbe essere una preoccupazione del Guardasigilli.

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