Interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri
Premesso che:
la trasmissione televisiva “Le Iene” di domenica 19 febbraio ha denunciato l’incredibile vicenda dei circoli Anddos, presso i quali – si afferma nella trasmissione – si praticano orge e prostituzione omosessuali, cui si aggiungono servizi sostanzialmente accessori come saune e massaggi, e che hanno ricevuto un finanziamento dal Governo di oltre 55mila euro per presunte attività contro la discriminazione;
l’articolo 7 del DECRETO LEGISLATIVO 9 luglio 2003, n. 215 ha istituito l’UNAR per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica, con funzioni di controllo e garanzia delle parità di trattamento e dell’operatività degli strumenti di tutela, avente il compito di svolgere, in modo autonomo e imparziale, attività di promozione della parità e di rimozione di qualsiasi forma di discriminazione fondata sulla razza o sull’origine etnica, in adempienza alla DIRETTIVA 2000/43/CE DEL CONSIGLIO europeo del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica;
l’UNAR ha invece svolto una vasta attività sulle tematiche dette LGBT, del tutto estranee a quanto la legge prevede; a tal fine il 20 novembre 2012, ha dato vita a un gruppo di 29 associazioni attive nel settore, tra cui il Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli”;
in collaborazione con tali associazioni di parte, l’UNAR ha emanato un documento intitolato “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015)”, pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri sotto l’egida del Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza e del Ministro pro tempore per l’integrazione;
in questo contesto spicca il Circolo culturale “Mario Mieli”, morto suicida a 30 anni, che scriveva nel 1977 la sua opera principale “Elementi di critica omosessuale”: «Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica… La pederastia, invece “è una freccia di libidine scagliata verso il feto”» (capitolo I, 8); tale attenzione verso i minori è tutt’altro che marginale nel complesso dell’opera, poiché, come sintetizza “Wikipedia”, «L’assunto di fondo del pensiero di Mario Mieli consiste nel ritenere che ogni persona è potenzialmente transessuale se non fosse condizionata, fin dall’infanzia, da un certo tipo di società che (attraverso quella che Mieli chiamava “educastrazione”), costringe a considerare l’eterosessualità come “normalità” e tutto il resto come perversione. Per transessualità Mieli non intende quello che si intende oggi nella comune accezione del termine, ma l’innata tendenza polimorfa e “perversa” dell’uomo, caratterizzata da una pluralità delle tendenze dell’Eros e da l’ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo»: la vera anormalità da sradicare sarebbe insomma l’eterosessualità;
al capitolo III, 8 viene presa di mira anche la religione: «L’amore per Dio e il timore di Dio sono il risultato nevrotico di un amore per i genitori censurato dal tabù dell’incesto e da quello antiomosessuale… il desiderio erotico del bimbo per il padre, il desiderio della figlia per la madre, tutto ciò si trasforma nevroticamente in adorazione di Dio», mentre «l’esperienza magica dell’universo recondito… il conosci te stesso passano necessariamente attraverso l’omosessualità manifesta»;
si chiede di sapere:
se vi sia la ragionevole certezza che tra le associazioni finanziate dall’UNAR solo l’Anddos svolga attività improprie;
come spiega che l’UNAR svolga attività e distribuisca finanziamenti in ambiti diversi da quelli che la legge a esso assegna, in particolare coinvolgendo un Circolo intitolato a una persona che inneggiava ed esortava alla pratica della pedofilia;
se non ritenga di richiamare l’UNAR a svolgere esclusivamente attività di propria competenza e, di conseguenza, destinare ad altro impiego parte delle risorse oggi assegnate ad esso.