Unioni civili: discussione soffocata e diritti universali bocciati, pur di inserire la “stepchild adoption” e l’equiparazione al matrimonio

Intervento in Aula nella discussione sul calendario dei lavori e l’inserimento, in violazione della Costituzione, del secondo disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili

Signor Presidente,

a seguito dell’intervento del Presidente Zanda vorrei precisare alcune cose. Vorrei ricordare per quanto tempo la Commissione ha potuto lavorare sugli emendamenti, cioè sul testo, perché l’alternativa – se non ci sono gli emendamenti – è votare il testo così com’è; questo è quello che qualcuno vuole introdurre un domani ma, per ora, essendoci ancora alcuni aspetti di democrazia, discutere un testo vuol dire discutere sugli emendamenti. Gli emendamenti si possono discutere se c’è il parere della Commissione Bilancio (che viene formulato sulla base di una relazione tecnica del Governo che, nel caso, è stata scandalosa), che è arrivato il 29 luglio. Tutti ricorderanno che c’è stata una pausa di un mese durante l’estate. La Commissione non ha perso tempo ed è stata la prima a riunirsi dopo la pausa di agosto, ma le 75 riunioni menzionate dal presidente Zanda non sono quelle dedicate alla discussione del testo, perché le sedute dedicate al testo sono state 14. Se la maggioranza del Partito Democratico ritiene che 14 sedute di Commissione – e sappiamo ben la difficoltà dei lavori di Commissione – siano troppe per discutere un testo che dice che cosa sono la famiglia e il matrimonio, che cos’è essere padre ed essere madre, che cos’è essere figli, mi chiedo quale sia la scala di valori di coloro che portano avanti questi ragionamenti.

Mi chiedo anche quale sia il rispetto – anche se sono affari loro – da parte della suddetta maggioranza del Partito Democratico nei confronti dei tanti dissensi che ci sono – mi rifaccio alle dichiarazioni lette sulla Stampa – su alcuni punti e, in particolare, sulla questione delle adozioni e dell’utero in affitto.

Potrebbero anche essersi tenute 1.400 sedute di Commissione anziché le 14 che si sono tenute ma, se il vostro concetto di lavoro in Commissione è quello di avere un testo deciso in qualche segreto ambito del Partito Democratico e poi stare lì ad aspettare un po’ spazientiti che gli altri parlino, per mantenere quel testo – come più volte è stato dichiarato da autorevoli esponenti, membri e non membri del Senato – allora diciamo che abbiamo concetti diversi del dialogo, della democrazia e dei procedimenti parlamentari. In particolare, ricordo che in Commissione è stato bocciato un ordine del giorno che chiedeva al Governo di continuare a difendere il diritto dei genitori all’educazione dei propri figli secondo i propri principi, citando gli articoli 18 e 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, e abbiamo avuto un voto contrario della maggioranza, senza neanche un tentativo di spiegarlo. Sono state fatte numerosissime richieste di porre dei limiti a questa storia delle cosiddette stepchild adoption. La parola già di per sé rivela che si tratta di matrimonio, perché la parola «stepchild» vuole dire «figliastro»: non vuol dire figlio del tuo amico ma figlio del coniuge e, dunque, è chiaro che si tratta di un matrimonio. Quanto alla parola «adoption», non mi pare che abbia necessità di traduzione. Io stesso ho presentato un emendamento per tentare di porre dei limiti e ho detto che sono disposto a ritirarlo, se la relatrice o altri ritengono di proporre soluzioni diverse. C’è stato un semplice parere contrario e basta.

Se questo è il vostro concetto di dialogo, davvero non è il nostro: non è quello che abbiamo praticato quando eravamo maggioranza e che praticheremo quando torneremo ad esserlo. Purtroppo, per ora non lo siamo e vediamo le gravi conseguenze di quanto avvenuto.

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