Se questa norma viene ritenuta costituzionale, si rende pressoché obbligatorio il ricalcolo contributivo retroattivo per tutti gli Italiani – reversibilità compresa
Intervento in Aula nella discussione della dichiarazione di urgenza in ordine al disegno di legge sui vitalizi
Signor Presidente,
il disegno di legge appena giunto dalla Camera, dove ha subito diverse modificazioni nel corso del suo iter, non è ancora conosciuto approfonditamente e il testo stesso fa sì che ci siano parecchi punti di dubbia interpretazione. È, pertanto, difficile esprimersi compiutamente.
Temo che sia un testo con una portata molto breve ed esclusivamente mediatica oppure con una portata molto ampia, che va molto al di là di quanto viene prospettato. I casi sono due: o il provvedimento sarà considerato incostituzionale dalla Corte costituzionale, oppure sarà ritenuto compatibile con la Costituzione. Se la Corte lo dichiarerà incostituzionale, come moltissimi esperti hanno ampiamente previsto, il provvedimento non avrà alcuna efficacia e non ci sarà nessun taglio, giusto o sbagliato che sia. L’unico risultato sarà poter sventolare una bandierina che parla di 50 milioni all’anno all’incirca, quando vengono lasciate da parte le questioni che valgono decine di miliardi e, a volte, addirittura centinaia di miliardi. (C’è però un tentativo di puntare l’attenzione su questi 50 milioni come se questi fossero risolutivi e non un inizio di azioni che riguardano questioni assai più ampie e meno giustificate che una pensione. La parola “vitalizio” è un inutile eufemismo perché si chiamano “pensioni vitalizie” – così fu deciso da Camera e Senato nell’immediato dopoguerra.) Non avrà alcun effetto, se non quello di provocare la distrazione dai problemi veri e importanti del Paese, che non si affrontano, di modo che ci sia tutta l’attenzione su questo. Questo sarà un effetto importante. L’altra ipotesi è che, invece, in qualche modo, le norme contenute nel presente disegno di legge, una volta approvate definitivamente, fossero ritenute compatibili con la Costituzione. Ciò aprirebbe la strada a risvolti finanziari molto superiori alla cinquantina di milioni l’anno di cui parliamo, perché si parla di una cinquantina di miliardi dei pensionati italiani.
Si ripete lo slogan che, in questo modo, i parlamentari sono equiparati a tutti gli altri cittadini italiani ma questo non è assolutamente vero: le pensioni dei parlamentari sono certamente più alte della media delle pensioni degli Italiani perché il reddito annuale di un parlamentare è mediamente più alto di quello dei cittadini; vi sono, però, molti cittadini che percepiscono una pensione parecchio più alta di quella di un parlamentare, quand’anche avesse la più lunga carriera in Parlamento, anche superiore a tutti i parametri della legge Fornero – pochissimi, ma ce ne sono. Va ricordato che tutti gli oltre 20 milioni di pensionati, ad esclusione forse di pochissime migliaia di eccezioni, hanno la loro pensione calcolata sulla base del sistema contributivo a partire dal 2011, quando entrò in vigore la legge Fornero in tutti i suoi vari aspetti, e con il calcolo retributivo per quanto riguarda gli anni lavorati in precedenza con i relativi contributi versati.
Le norme approvate dalla Camera, per quanto non molto chiare nei loro dettagli, non si applicano soltanto a chi ancora deve percepire un assegno di pensione ma anche a coloro che già lo percepiscono – comprese le vedove e i vedovi che, come tutti i vedovi e le vedove di pensionati italiani, hanno una quota di reversibilità, qualunque sia la loro età: ovviamente abbiamo persone di tutte le età ma, soprattutto, di età assai avanzata. Se questa norma viene ritenuta costituzionale, non soltanto si apre la porta, ma si rende pressoché d’obbligo (e, forse, questo a qualcuno piace) passare a un ricalcolo contributivo retroattivo per tutte le pensioni di tutti gli Italiani – anche di coloro che oggi percepiscono la pensione, quindi anche delle vedove e dei vedovi che oggi percepiscono la pensione.
Noi riteniamo che sia dovere del Parlamento contenere le spese e porre rimedio ad alcuni parametri ingiustificati – che, infatti, sono stati tutti soppressi, salvo per quanto riguarda il passato; attualmente, però, le norme sono molto severe e, per diversi aspetti, sono più severe delle norme previdenziali generali. Dunque, non riteniamo utile discutere il tema con urgenza, perché nulla ci impedisce di discuterlo senza questa bandierina della dichiarazione d’urgenza. Si può tranquillamente passare all’esame del provvedimento in titolo senza questa inutile dichiarazione che serve a fare un titolino o un titolone, a seconda dell’interesse dei giornali ad occultare altre notizie assai più importanti. Riteniamo che sia stata positiva l’azione degli anni scorsi, con la quale si è data una regolamentazione dal 2011 in poi e si sono introdotte norme anche per il passato: penso all’incompatibilità della pensione del parlamentare con cariche che ancora ricopre anche al di fuori del Parlamento (in precedenza non era così), al limite ai cumuli e così via. Non riteniamo, però, di assecondare una manovra puramente di propaganda, che mette in pericolo l’importo delle pensioni di decine di milioni di Italiani. Per queste ragioni, il Gruppo di Forza Italia esprimerà voto contrario su questa richiesta.